Come organizzare una Buddha Bowl con proteine, carboidrati e grassi
Un piatto unico salutare ed esotico che mette alla prova il nostro spirito artistico
Tra le nuove “mode” alimentari, ce n’è una estremamente salutare: la Buddha Bowl, o ciotola di Buddha. Proviene dall’Estremo Oriente e l’etimologia del nome è incerta. C’è infatti chi sostiene che si chiami così perché le ciotole ricordano la rotondità del ventre del famoso monaco, e chi invece le associa proprio a quello che era solito mangiare Buddha durante le sue peregrinazioni per villaggi. Di certo c’è che la Buddha Bowl sta prendendo piede anche da noi, e per gli amanti della cucina vegetariana e non solo è una buona notizia.
Ma di cosa si tratta, in effetti?
La risposta più semplice è che ci troviamo davanti a una variante dell’insalatona, in cui gli ingredienti, invece che mischiati, sono disposti all’interno della ciotola in maniera coreografica e appagante per l’occhio. Naturalmente la faccenda è un po’ più complicata di così, anche solo perché – date le origini – la Buddha Bowl si presta a utilizzare alimenti più esotici (tofu, quinoa, raitan) rispetto a quelli che troviamo di solito nelle insalatone. Va detto inoltre che, pur essendo un piatto teoricamente vegetariano, possiamo comunque aggiungervi una proteina di origine animale (carne o pesce).
Vediamo dunque come comporre la nostra Buddha Bowl
La regola aurea per preparare la nostra bowl consiste nell’abbinare a un carboidrato, che andrà a costituire 1/6 della nostra bowl, una proteina in pari quantità, ortaggi per 2/3 circa e accompagnare il tutto con un condimento e una guarnizione, il cosiddetto topping, rappresentato solitamente da semi o altri alimenti croccanti. Per quanto riguarda il cereale (o finto cereale), le scelte sono molteplici: riso, quinoa, farro, orzo, miglio, grano saraceno, a seconda della disponibilità e delle nostre preferenze.
Alla bowl va poi aggiunta una fonte proteica
Se vogliamo rispettare lo spirito originario della ricetta, opteremo per del tofu e dei legumi (fagioli, lenticchie, fave, edamame, lupini) ma come anticipato prima possiamo benissimo aggiungere pollo, uova o pesce: con tonno o salmone avremo qualcosa di molto simile al poke, che in effetti si può considerare una sorta di variante hawaiana della Buddha Bowl. Sugli ortaggi si può lasciar galoppare la fantasia: spinaci, broccoli, cavoletti di Bruxelles, pomodori, cetrioli, rape, ravanelli, zucchine e chi più ne ha più ne metta. Oltre al principio della stagionalità, lasciamoci guidare anche dai colori.
Pensare alla bowl come a una sorta di dipinto, un’opera d’arte alimentare, accrescerà il nostro divertimento nel comporla e nel mangiarla
Scegli i condimenti giusti
Anche il dressing non ha vincoli precisi, se non quelli dati dal buonsenso, perché un piatto così leggero e salutare non può essere “ammazzato” dai condimenti. Possiamo aggiungere un po’ di olio extravergine d’oliva, la salsa di soia che rappresenta forse la scelta più ovvia, date le origini orientali della bow, ma anche la già citata raitan (una salsa indiana a base di yogurt, pomodori, cetriolo e cavolo bianco).
Come guarnizione, infine, oltre a noci, mandorle e altra frutta secca oleosa, possiamo sfruttare diversi semi, come quelli di chia, canapa, lino e via discorrendo, in modo da donare alla bowl un po’ di qualità da superfood oltre alla croccantezza necessaria a bilanciarla.
La ciotola di Buddha non offre solamente l’occasione di mangiare qualcosa di diverso dal solito e di mettere all’opera la nostra creatività! Si tratta di un piatto unico sano, equilibrato, che permette depurare il nostro organismo senza ricorrere al digiuno, rifornendolo anzi di proteine, carboidrati, fibre e vitamine.
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Lavoro come nutrizionista a Bologna in centro, il parcheggio è di fronte.
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