Dieta del digiuno intermittente

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La dieta del digiuno intermittente

 

Concentrare i pasti in otto ore aiuta a dimagrire, a eliminare tossine e a far riposare fegato e intestino

 

La dieta del digiuno intermittente consiste nel rinunciare alla cena per un periodo di tempo limitato (all’incirca due settimane) in modo da perdere qualche chilo e migliorare nel frattempo la nostra salute. Sappiamo già che, contrariamente alle abitudini di molte persone, il pasto serale dovrebbe essere quello più leggero della giornata, proprio perché non abbiamo il tempo di smaltire le calorie e dunque spingiamo il nostro corpo a trasformarle in riserve di grasso.

Al contrario, ma proprio per lo stesso motivo, la colazione è il pasto più importante, il metaforico rifornimento di benzina per permettere al nostro motore di affrontare con la giusta energia il resto della giornata. L’approccio della dieta del digiuno intermittente è però più radicale: vediamo in cosa consiste esattamente.

Concentrare i pasti in un arco di tempo e digiunare nelle ore restanti

L’idea alla base di questo regime alimentare è di concentrare i pasti in otto ore e di digiunare per gli altri due terzi. Se facciamo colazione alle 8, insomma, dalle 16 in poi non mangeremo più nulla fino alle 8 del mattino successivo. La regola fondamentale è questa, gli altri sono semplici corollari. Bisogna bere molto, anche più di 3 litri d’acqua al giorno, in modo da facilitare l’eliminazione delle tossine e delle scorie, specialmente nella fase di digiuno. Il consiglio è però di iniziare dal mattino e di farlo in maniera costante: oltre all’acqua, sono concessi il tè non zuccherato e le tisane, oltre al siero di latte dietetico, che contiene albumina e globulina e aiuta a ridurre i cuscinetti adiposi. Da evitare invece il caffè e ogni tipo di bibita e alcolico.

 

Nel digiuno intermittente perché la perdita di peso duri nel tempo, va anche ridotta la quota di grassi

Meglio la carne bianca rispetto a quella rossa, e i grassi “buoni” (cioè gli Omega-3, presenti in quantità nel pesce azzurro, nei semi di vario tipo e nella frutta secca) rispetto a quelli “cattivi”. Meglio poi non esagerare coi condimenti, limitandosi a 2-3 cucchiai di olio extravergine, e bandire le salse come ketchup e maionese. Più in generale, anche per chi segue questa dieta sono da eliminare i cibi che forniscono calorie vuote, come alcolici, dolci e prodotti pronti, e privilegiare frutta e verdura. Bisogna fare attenzione inoltre agli alimenti troppo proteici, perché appesantiscono la digestione, e optare per il miele al posto dello zucchero.

Insomma, per seguire la dieta intermittente non bastano le 16 ore di digiuno, è necessario prestare comunque attenzione a cosa mangiamo nelle 8 ore rimanenti, come in qualsiasi dieta.

Il dinner cancelling (o saltacena, se preferite) è però molto efficace nel farci dimagrire

Ci permette infatti di sintonizzarci con il nostro orologio biologico interno: mangiamo a colazione (molto), proprio quando ci servono più energie, e smettiamo con l’approssimarsi della cena. Oltre a diminuire la produzione di grelina (l’ormone della fame), la dieta del digiuno intermittente stimola l’ormone GH, l’ormone lipolitico per eccellenza; spinge il corpo a bruciare radicali liberi e tossine, grazie a un processo che si chiama autofagia cellulare che si innesca appunto dopo circa 16 ore di digiuno; riequilibra i valori della glicemia e consente al fegato di rilassarsi un po’, oltre a sfiammare l’intestino.

Un periodo di 14 giorni di questo regime consente di perdere fino a 4-5 chili; in seguito, lo si può ripristinare in maniera saltuaria, idealmente un paio di giorni a settimana, in modo da usufruire dei suoi benefici ed evitare di riacquistare i chili persi.

 

 

 

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È fantastico decidere di provarci. Non cercare scuse,

ma cerca soluzioni. Carmen Zedda

nutrizionista biologa, esperta in dimagrimento e alimentazione femminile, diete per intolleranze, educazione alimentare, dieta personalizzata

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